
I rappresentanti provinciali di infermieri e ostetriche hanno trasferito tutti i loro dubbi nella missiva congiunta indirizzata al presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì; al commissario della Sanità Guido Longo; al soggetto attuatore per l’Emergenza Covid, Antonio Belcastro e al dirigente generale del Dipartimento Salute, Francesco Bevere.
Per conoscenza, lo scritto è stato inviato anche al direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro Gianluca Raffaele e al dirigente medico della stessa Azienda, Francesco Talarico.
“Da un’attenta lettura del Piano – si legge nella comunicazione – emessa dal soggetto attuatore della Regione Calabria, si evince che del gruppo individuato come prioritario a cui offrire il vaccino in Fase 1, incredibilmente, non fa parte la categoria degli infermieri e delle ostetriche liberi professionisti nonché degli infermieri e ostetriche inoccupati regolarmente iscritti all’Albo e pensionati”.
Gli scriventi sottolineano “la circostanza – è scritto ancora – che dell’Albo degli Infermieri della Provincia di Catanzaro fanno parte anche gli infermieri e le ostetriche liberi professionisti oltre agli infermieri e ostetriche inoccupati regolarmente iscritti all’Albo e pensionati che, al pari degli stessi infermieri e ostetriche di strutture ospedaliere pubbliche, private e private accreditate, hanno bisogno di essere inseriti al primo posto della Tabella 1, allegata al Dca, in quanto operanti sul territorio ed a stretto contatto con i pazienti che hanno necessità di cure domiciliari”.
Queste le premesse a cui, netta e senza giri di parole, segue la richiesta alle autorità destinatarie del messaggio epistolare: “Chiediamo l’immediato inserimento della categoria degli infermieri e ostetriche liberi professionisti nonché degli infermieri e ostetriche inoccupati, regolarmente iscritti all’Albo e pensionati all’interno della Tabella 1 ‘Priorità dei gruppi a cui offrire il vaccino in Fase 1’, al fine di risolvere la evidente anomalia che ha creato una ingiustificata esclusione dei nostri colleghi dalla somministrazione del vaccino”.
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